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E se
diventassimo come aria?
Quel sottile strato d’aria
che nel nostro corpo a corpo
carezza l’uno e l’altra,
ci combacia.
Particelle si rincorrono,
collidono, si evitano, si sfiorano.
Di nuovo s’incontrano,
reagiscono stavolta, liberano
esoergoniche scintille.
Riccioli di volatili
sostanze s’inanellano
e intrecciano. Dimentichi
si mischiano, si compenetrano,
infine si confondono.
Sì: se c’incontrassimo, io e te,
in quell’esiguo strato d’aria?
Le nostre menti sottili libere
di fluire l’una nell’altra
permeabili, penetranti.
Giovanna Zunica
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07.03.2009
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