Raccontano taluni
viaggiatori che al termine di una pantagruelica cena in
territorio cinese, come ultima portata ti servono una ciotola di riso Dicevo che
già dopo gli antipasti non ce la fai quasi più.
Poi arriva,
trionfale, il tris di primi, su vassoi straboccanti di paste con sughi
caserecci, e l’immancabile risotto con asparagi o funghi.
Nessuno si chiede mai
dove spuntino gli asparagi a novembre o i funghi ad aprile, ma i
misteri della
refrigerazione non sfiorano la mente dei commensali, dediti ai piaceri
semplici
della tavola e della chiacchiera su ogni aspetto del globo terracqueo,
con
molti inserimenti di stretto interesse locale. Si passa con
disinvoltura dai
discorsi colti sulla “globalissassione”
all’artrite del nonno Gino, per poi
concentrarsi sulla notizia del matrimonio con procedura
d’urgenza – così
sussurrano i bene informati – della nipote che sta a
Guastalla.
Ecco che arrivano
i vassoi delle carni. Qualcuno si fa prendere dallo
sconforto, davanti all’abbondanza, e pilucca una qualche
patatina al forno,
assaggia l’immancabile coniglio con gli aromi, ma
l’assalto ha perso il suo
mordente. Come si suol dire, siamo alla frutta.
E così, dopo verdure cotte e crude, scaglie di grana che dispiace lasciar lì per impossibilità tecnica, arrivano i cestini ricolmi. Fanno un bel vedere, con tutti quei gialli-banana, arancio-arancia, rosso-mela. Però i cestini restano intatti. La sola presenza di volume e di colore appaga l’occhio e lo stomaco che non ce la fa più. Siamo davvero alla frutta. Che non mangeremo… Qualche maligno insinua che trattasi sempre della stesse pere e mele da ere geologiche, altri ipotizzano che nel cesto troneggino copie in plastica: le banane, infatti, sembrano attrezzi da scavo, tanto son grosse, le mele tirate a lucido con il sidol…
Ma dove son finite le meline rosa dello zio Giovanni, le mele zucchina che crescono ancora in certi paesini dell’Appennino, da conservarsi nello stanzino al freddo, badando bene di non ammaccarle perché durino tutto l’inverno? Chi ci parlerà mai di quelle perine sarde aspre e dure, buone solo da cuocere per farci la salsa per accompagnare piatti forti a base di maiale e frattaglie? I bambini non lo sanno, molti di loro non hanno neppure visto le mele sull’albero, forse sospettano che tutto nasca come le merendine, fatte con lo stampino… Introdurre
un figlio ai misteri di un vicino passato è cosa importante.
E che non sempre è oro tutto quello che luccica… Il profumo
e la fragranza del frutto (così come l’animo di
molte
persone) Ma in profondità si scoprono dolcezze inaspettate! |
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Per chi non lo sapesse le mele annurca sono queste:
E il racconto di Marco è tratto dal suo libro "La Ca' " edito da Itaca
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01.09.2009
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